Marta & Simone
28 luglio 2012
Sono passati 4500 giorni dal nostro matrimonio

Location

Villa Antona Traversi                     

 

 

La villa Antona Traversi di Meda, così come la vediamo oggi, è il risultato della trasformazione progettata dall’architetto Leopoldo Pollack nei primissimi anni del secolo XIX, dopo la soppressione del monastero di S. Vittore nel 1798 per decreto della repubblica Cisalpina.
Il Pollack, volendo sfruttare al massimo i caratteri paesaggistici della collina su cui era da quasi un millennio collocato il monastero, demolì alcuni edifici collocati sul sommo collinare, tra cui due piccole chiese, la casa delle educande, e persino un chiostro di cui resta testimonianza il pozzo collocato originariamente al centro, che venne allora coperto ma non riempito, e che esiste tuttora.
Al loro posto, sfruttando murature già esistenti e utilizzando materiali di recupero, edificò l’imponente facciata di quasi 70 metri di lunghezza in stile neoclassico, che ammiriamo ancora oggi. Il neoclassico imponeva all’architetto regole precise e rigorosi equilibri spaziali che vennero rispettati alzando di un piano tutto la costruzione e aggiungendovi una torretta belvedere al centro che funge, con il corpo avanzato centrale, da raccordo fra le due ali e da completamento dell’edificio.

Sul retro dell’imponente facciata, Pollack preferì conservare gli edifici così come erano, modificandone gli esterni al fine di nascondere il più possibile l’originale carattere monastico dei luoghi. Il chiostro centrale divenne il cortile d’onore della villa ed a questo fu aggiunto uno scenografico scalone per aprire il vecchio chiostro sui cortili inferiori.

Vi aggiunse ancora il Pollack una serie di sette sale lungo tutta la facciata creando un asse longitudinale di grande effetto, ma anche ambienti di altissima qualità atti a costituire il punto di riferimento essenziale della villa, tutti prospicenti su quel vasto spazio a semicerchio detto la ‘rotonda’ aperto a balconata sulla pianura. Le sale hanno nel tempo subito alcune modifiche, hanno visto rinnovarsi mano a mano l’arredamento, ma non hanno perso la loro bellezza, vedendo anzi crescere la suggestione originaria. Possiamo così ancora oggi ammirare la biblioteca, l’archivio (che conserva la volta cinquecentesca dipinta dal Fiamminghino), la sala degli specchi, la sala delle maschere, l’ottagono e due sale dipinte dal Ranieri.

Non poche sono le testimonianze dell’antico monastero sopravissute alla radicale trasformazione seguita alla soppressione: abbiamo già citato la volta del Fiamminghino e il chiostro; ma non considerando la chiesa di S. Vittore, oggetto di una trattazione a parte, la testimonianza più importante è data sicuramente dalla sala del Coro e dalla sottostante ‘limonera’.
E se la limonera ha perso si può dire tutti i suoi caratteri originari, il soprastante Coro conserva in gran parte intatta la splendida decorazione cinquecentesca opera di Bernardino Luini e della sua bottega.
Molti sono gli spazi della villa che meriterebbero di essere descritti, ma è certo che tutti i centocinquantacinque vani dell’edificio conservano la suggestione che promana dalla loro storia.

 

 

                                                                                


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